E’ la prima cosa da chiedersi quandodesideriamo acquistarlo. Quali differenze?
Se abbiamo iniziato a seguire una alimentazione senza glutine,sicuramente siamo abituati ad acquistarlo spesso. Non tutti, però, hanno benchiare le differenze tra un il riso bianco e quello integrale e quando è benescegliere l’uno piuttosto che l’altro.
Facciamo chiarezza una volta per tutte!
Il riso bianco, ottenuto aseguito della fase di sbiancatura, è privato della gemma, il germe del riso edi parte del pericarpo. E’ qui che si concentrano minerali, acidi grassi evitamine, proteine e fibre che, invece, sono presenti nel riso integrale, i cui chicchi sono sottoposti soltanto al processodi sbramatura in cui vengono privati unicamente del guscio, la lolla.
Se desideriamo quindi un piatto ricco di nutrienti è meglio preferire unriso integrale di provenienza biologica, coltivato senza l’uso di pesticidi,che, altrimenti, si andrebbero a concentrare proprio sulla parte esterna delchicco.
Il riso integrale è unconcentrato di vitamine in particolare quelle del gruppo B quali B1, B2, B3e B9, di vitamina E, presente anche nel riso bianco, di minerali quali fosforo, potassio, calcio e ferro, di oligoelementi tra cui manganese,cobalto, zinco e cromo, oltre che dienzimi, di acidi grassi importanti per la salute cardiovascolare e di fibre alleate dell’intestino.
Facilmente digeribile, il riso non affatica lo stomaco poiché i granulidell’amido sono più piccoli rispetto ad esempio a quelli del grano e vengonoattaccati più velocemente dai succhi gastrici. Questo, però, consente aglizuccheri di entrare rapidamente in circolo, creando un picco glicemico. Perovviare a questo è preferibile consumare il riso integrale dal momento che lafibrapresente nel pericarpo favorisce il lento rilascio degli zuccheri. Lefibre intervengono anche sul metabolismo della flora intestinale con una azioneantinfiammatoria esercitata anche dalla tricina, una sostanza che inibisce lasintesi degli eicosanoidi, ormoni legati ai processi antinfiammatori.
E’ statoormai ampiamente dimostrato che quandonon si sta bene può essere utile mangiare del semplice riso integrale bollito,condito con un filo di olio extravergine di oliva.
Il riso bianco, formatoprincipalmente da amido, per la sua azione blandamente astringente, è adatto in caso di intestino irritato e didiarrea.
Le differenze tra le due lavorazioni non riguardano solo l’aspettonutrizionale, ma anche i tempi di cottura e la modalità di conservazione. Ilriso integrale richiede più tempo e cuoce in circa 40 minuti e deve essereconsumato nel giro di 3-4 settimane poiché lo strato di lipidi tende a farloirrancidire quando entra in contatto con l’aria, un motivo in più per scegliereun prodotto confezionato sottovuoto e in confezioni da 500 gr. Quello bianco,invece, cuoce in circa 15 minuti e può essere conservato più a lungo.
Il riso... è sicuro per chi soffre di celiachia o ci può essere il rischio che sia contaminato? Ho rivolto questa domanda alla dott.ssaFrancesca Musaio, biologa nutrizionista.E’ necessario sempre fareattenzione che nello stabilimento produttivo non vengano lavorati anche altricereali contenenti il glutine e in tal caso questo viene segnalatosull’etichetta. Per tutte quelle aziende che invece producono esclusivamenteriso non c’è alcun rischio. E’ comunque sempre meglio ricercare sullaconfezione il simbolo della spiga sbarrata.