Staccare la spina da social e tecnologia per ritrovare noi stessi.
Oggi si parla molto di digiuno.
Sempre più studi infatti ritengono che l’astensione dal cibo sia una pratica preziosissima per ritrovare salute e benessere, utile sia come prevenzione, tanto come cura. Nulla di nuovo in verità, poiché nell'antichità ci si curava così.
Astenersi da un qualcosa che occupa molto spazio nella nostra quotidianità e che non sempre la riempe in modo rispettoso di noi, è una nuova abitudine da costruire.
Non deve riguardare solo il cibo e portaci a scegliere se provare a saltare la cena o la colazione, se fare un digiuno intermittente o privarci del cibo per un giorno intero.
Il nutrimento oggi passa anche per smartphone, tablet e dispositivi vari.
E oltre all’indigestione di cibo, ci troviamo a fare i conti con una quasi quotidiana e spesso inconsapevole indigestione di tecnologia e di social.
Ci svegliamo e siamo subito connessi, facciamo colazione con instagram tra le mani, la nostra giornata è scandita da app e call virtuali, ogni momento libero siamo su facebook e messaggiamo su whatsupp, e l’occhio e la testa sono sempre lì!
Cosa vi è accaduto qualche giorno fa quando i social e whatsupp hanno smesso di funzionare per alcune ore? Siete tra quelli che sono andati in ansia e si sentivano persi?
Ecco, forse è da iniziare a farsi qualche domanda e prendere consapevolezza di quanto la nostra vita e il nostro pensiero sono occupati da questa abbondanza di “cibo tecnologico”.
Costruire momenti di digiuno da tecnolgia e social è una pratica possibile e che richiede allenamento. Non pretendiamo quindi di dimenticare i nostri strumenti tecnologici per un giorno intero o di torturarci nell’imposizione di non accendere più durante tutto il week end lo smartphone.
Come tutte le cose iniziamo con intelligenza e buon senso.
Proviamo un’ora semplicemente o un paio di ore. Anziché tenere accanto a noi il cellulare, dimentichiamolo in un’altra stanza o in borsa o nello zaino.
Distraiamoci con altro. Se il reale diventa attraente sarà meno pressante l’urgenza di riempire i nostri pensieri sui social. Perché spesso li usiamo per questo, no? Per contrastare la noia, un senso di vuoto, di solitudine e vincere l’indifferenza e la sofferenza che il contatto con il reale ci provocano.
Usciamo a camminare. Da soli, con un familiare, con il cane. Ma senza telefono con noi, a mani libere.
Impariamo ad investire un po’ più di energia nella vita esterna e un po’ di meno nel controllare i post, nello scrivere commenti, nello scorrere parole, immagini e video spesso senza fissare nulla in memoria.
E dopo ave provato queste piccole pause, proviamo a non tenere a cena il telefono accanto al piatto. Ogni cosa può aspettare non trovate? E controllare quanti mi piace ha avuto la nostra foto possiamo farlo anche dopo. Rischiamo di non vedere chi abbiamo accanto, di non accorgerci se sta bene o ha avuto una giornata pesante, di non sentire il sapore del pasto, di non accorgerci se stiamo mangiando con appetito o ingordigia.
Rischiamo di non accorgerci della vita!