Aumentano le tutele per i consumatori anche per l’acquisto di sughi, salse e conserve, immancabili in tutte le case.
Chi non ha in dispensa o nel frigo un vasetto di pomodoro? E quante volte ci siamo chiesti se fosse veramente di qualità e da dove provenisse?
D’ora in poi, a seguito dell’entrata in vigore del decreto interministeriale per l’origine obbligatoria dei prodotti composti per almeno il 50 per cento da derivati del pomodoro, troveremo in etichetta una chiara e precisa dicitura e potremo capire se ciò che stiamo acquistando è veramente "Made in Italy".
Le confezioni di tutti i derivati del pomodoro, sughi e salse prodotte in Italia - precisa la Coldiretti - dovranno avere obbligatoriamente indicate in etichetta le seguenti diciture:
a) Paese di coltivazione del pomodoro: nome del Paese nel quale il pomodoro viene coltivato;
b) Paese di trasformazione del pomodoro: nome del paese in cui il pomodoro è stato trasformato. Se queste fasi avvengono nel territorio di più Paesi possono essere utilizzate, a seconda della provenienza, le seguenti diciture: Paesi UE, Paesi NON UE, Paesi UE E NON UE.
L’Italia è il principale produttore di pomodoro dell’Unione Europea, ma nel 2018, rileva sempre Coldiretti, sono arrivati il 15% di derivati di pomodoro in piu’ rispetto all’anno precedente, che fotografano una invasione straniera di ben 86 milioni di chili provenienti nell’ordine da Stati Uniti, Spagna e Cina. Ecco quindi la necessità per i consumatori italiani di avere una informazione trasparente sull’origine del sugo che hanno acquistato!