Tutto è diventato gourmet, ristoranti e pietanze, il piccolo bar e il rifugio di montagna. Analizziamo insieme questo particolare fenomeno in atto.
Sono sicura ve ne sarete accorti anche voi, siamo circondati ovunque da ristornati e locali gourmet.
La loro caratteristica?
Sono raffinati e ricercati, decantano gli ingredienti usati e spesso la firma di chef rinomati. Teoricamente il loro motto dovrebbe essere qualità, attenzione alle materie prima, stagionalità e territorialità, oltre che attenzione estetica ai piatti proposti. Il versante opposto della medaglia è ovviamente quello economico, gli ingredienti decantati comportano un costo maggiore e il conto si fa inevitabilmente salato e non adatto a tutte le tasche.
Si tratta di vera qualità, di desiderio di selezionare la clientela o modo per spennare apertamente i clienti?
Ho deciso di condividere con voi questa mia riflessione sul tema, poiché trovo davvero eccessiva e a mio avviso vergognosa questa tendenza in atto.
Lo sapete, sono paladina della qualità, dei cibi del nostro territorio, di una cucina che sia attenta, consapevole e gentile con la nostra salute, ma c’è qualcosa che non va quando attorno a te vedi che la maggior parte dei luoghi deputati al cibo sta prendendo questa linea, dai bar, ai ristoranti, dai chioschi in spiaggia, ai rigugi di montagna. Così ti trovi per l’appunto in montagna e i rifugi, quelli che fino a pochi anni fa, erano luoghi dedicati a dare vero rifugio e accoglienza ad alpinisti e sciatori, che offrivano piatti semplici a base di polenta, crauti, canederli, pasta e fagioli e pane e formaggio con costi accessibili a tutti, essere diventati oggi locali costosi con piatti magari realizzati con ingredienti del territorio, ma completamente slegati dal contesto. Oppure ti trovi in autogrill, cerchi qualcosa da mettere sotto i denti durante una pausa, o la possibilità di far mangiare una pasta al pomodoro ai propri bambini e qual è il servizio offerto? Un ristorante gourmet con piatti carissimi, rigorosamente firmati dallo chef stellato di turno e tanto di coperto. O ancora cerchi un luogo in cui mangiare effettivamente qualcosa di sano, delle verdure, magari un bistrò vegano e ovunque tu vada, sembra che i ristoranti a base vegetale siano solo gourmet e, sinceramente, più che salutari molto costosi.
Stiamo perdendo la genuinità, ci stiamo privando dei servizi essenziali, stiamo rincorrendo una moda che a mio avviso poco ci appartiene. E almeno ci fosse reale qualità e attenzione alla salute dietro a questi piatti gourmet!
Salvo alcune eccezioni, non è mio intento generalizzare, né fare polemica, ma solo stimolare una riflessione in linea di massima trovo le proposte molto distanti da un modello realmente salutare.
Una moda, una tendenza in atto, lo specchio forse di quello che siamo diventati?
Persone poco di contenuto, esteriori, così vuote da aver bisogno di gongolarci e condividere sui social la pizza gourmet con pomodorini essiccati al sole, salume di cinta senese e aceto balsamico igp ovviamente pagata il doppio rispetto a una tradizionale pizza ortolana, magari questa invece veramente genuina e gustosa realizzata con verdure dell’orto!
Lascio a voi una riflessione, su quello che siamo, su quello eravamo e su quello che stiamo diventando. Non lasciamoci sempre trasportare dalla corrente della moda, torniamo a farci delle domande e, se lo crediamo, impariamo a dire di no.
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